La storia dello Zafferano


Sin dai tempi più antichi lo zafferano è presente in aneddoti storici, leggende e racconti mitologici, a tratti fantasiosi e misteriosi, ma sempre ricchi di fascino per la loro valenza quasi magica. Nella mitologia greca si narra che la nascita dello zafferano sia legata a una storia d’amore negata tra il giovane e promettente Krokos e la bellissima Smilace, un grande amore nato tra un comune mortale e una ninfa degli dèi. Nonostante suppliche, pianti e preghiere nella richiesta di una eccezione, la decisione degli dèi fu irremovibile e il giovane Krokos per la disperazione fu portato al suicidio. Smilace, incapace di trovare rifugio dal dolore, riuscì a generare così tanta compassione tra gli dèi da portarli a decidere di riunire quelle due anime che avevano separato, sotto una diversa forma, cosicché Smilace venne trasformata in un tenero fiore con le foglie a forma di cuore e Krokos in un bellissimo e violaceo dono della natura che nei secoli sarà chiamato zafferano. Nella mitologia latina, invece, l’origine dello zafferano è collegata alla figura di Mercurio, il quale uccise per sbaglio il suo caro amico Croco durante un lancio del disco e per ricordare la sua memoria, tinse con il suo sangue una pianta dal quale prese il nome. Omero, Virgilio e Ovidio ne parlano spesso nelle loro opere. Ad esempio, nei libri IX e XII dell’Iliade si narra di come Isocrate facesse profumare i guanciali con lo zafferano prima di andare a dormire, e di come le donne troiane lo usassero per profumare i pavimenti dei templi. Tralasciando la mitologia e addentrandoci nella storia, diversi documenti raccontano il valore di questa spezia. Lo zafferano era già noto, infatti, alle antiche civiltà della Mesopotamia come ingrediente in molti preparati medicinali e come tintura per le vesti in occasione di riti religiosi in quanto la sua colorazione era considerata il simbolo della luce, della spiritualità e della saggezza. Gli antichi Egizi lo utilizzavano per tingere le bende delle mummie e la vanitosa regina Cleopatra adorava cospargerlo sulla pelle per darle un colore dorato. Fu ampiamente utilizzato anche da Alessandro Magno durante le sue campagne asiatiche. Abitualmente lo mescolava nei tè, nel riso e nei suoi bagni caldi, credendo fermamente che utilizzandolo in quest’ultimo modo, avrebbe curato le numerose ferite. Ai tempi dell’Impero Romano lo zafferano divenne una spezia tanto raffinata da essere utilizzato per ricoprire la via Sacra in occasione dell’incoronazione dell’imperatore. Il suo utilizzo, nell’antichità, era molto diffuso e le sue applicazioni riguardavano vari campi, primo fra tutti il campo medico (vedi la medicina ayurvedica indiana che prescriveva lo zafferano come componente fondamentale per molte misture medicinali). Col tempo lo zafferano è diventato un'erba medicinale universalmente conosciuta per ogni disturbo o malessere e la cui efficacia è avvalorata da nuovi studi clinici e da una grande esperienza millenaria.